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SCARTO AZZERATO, MASSIMA RESA:VITE SU MISURA PER LA LAVORAZIONE DI R-PET.

Quando si tratta di attenzione all’ambiente, la plastica è sempre nell’occhio del ciclone, come se il problema fosse il materiale stesso e non l’uso finale che ne viene fatto. Vale a dire, ciò che accade quando un prodotto termina il suo ciclo di vita nelle mani del consumatore. Tra i casi più dibattuti ci sono i contenitori in PET. Siamo sicuri che dopo tutto con il ciclo di vita di un prodotto sia finito?Quando si tratta di attenzione all’ambiente, la plastica è sempre nell’occhio del ciclone, come se il problema fosse il materiale stesso e non l’uso finale che ne viene fatto. Vale a dire, ciò che accade quando un prodotto termina il suo ciclo di vita nelle mani del consumatore. Tra i casi più dibattuti ci sono i contenitori in PET. Siamo sicuri che dopo tutto con il ciclo di vita di un prodotto sia finito?Quando si tratta di attenzione all’ambiente, la plastica è sempre nell’occhio del ciclone, come se il problema fosse il materiale stesso e non l’uso finale che ne viene fatto. Vale a dire, ciò che accade quando un prodotto termina il suo ciclo di vita nelle mani del consumatore. Tra i casi più dibattuti ci sono i contenitori in PET. Siamo sicuri che dopo tutto con il ciclo di vita di un prodotto sia finito?

I PET, per esempio, è uno dei materiali considerati più “eco-sostenibili”, essendo un notevole esempio di riciclaggio. In effetti, riduce le emissioni di carbonio e l’impatto dei gas serra attraverso il riciclaggio, ritornando completamente allo stesso stato del ciclo iniziale. Ciò lo rende in grado di creare innumerevoli nuovi prodotti, dall’imballaggio alle fibre sintetiche all’industria tessile.
Sicuramente l’impiego più noto di R-PET attualmente è quello dei contenitori. In uno degli ultimi progetti abbiamo infatti aiutato un nostro cliente, leader nella fornitura di prodotti per l’infanzia, a risolvere e stabilizzare un processo produttivo di barattoli realizzati al 100% in PET riciclato con una densità di 1,5 g/cm3 e una transizione vetrosa a 79 °C.

In questo caso specifico, non abbiamo dovuto modificare né la macchina per lo stampaggio a iniezione-soffiaggio né l’unità di plastificazione; dopo l’analisi del nostro reparto tecnico, si è notato che il rapporto L/D del l’unità di plastificazione originale era troppo basso e che la sezione di alimentazione della vite, essendo “per uso generale”, non soddisfaceva le esigenze specifiche del processo. Pertanto, causava problemi di alimentazione prima, e di slittamento poi, con conseguente alta percentuale di scarto dei pezzi finiti.

Quindi, la soluzione non è stato solo un profilo di vite ridisegnato, ma un suo ridimensionamento. In questo modo, siamo riusciti a compensare il rapporto L/D grazie allo sviluppo dell’elica e di un miscelatore finale dedicato, basato sulle caratteristiche specifiche del materiale R-PET.

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